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FUORI delle RIGHE

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Volare alto - Mt 3,13-17

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».


Giovanni però voleva impedirglielo

Nella prospettiva giudaica il Messia è uomo forte: Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile (Mt 3,12), non può mescolarsi ai peccatori, fare un gesto penitenziale: questa è la preoccupazione di Giovanni che non voleva battezzare Gesù. La sua visione, come quella di molti di noi, è statica, refrattaria ai cambiamenti che non siano lenti e impercettibili. Il mondo cambia sotto i nostri occhi ma evitiamo di rendercene conto, quando lo scopriamo arriviamo a dire “non c’è più religione”. Le novità ci sconcertano, ci disorientano e ci preoccupano. Invece dovremmo mantenerci col cuore aperto, avere il senso della incompiutezza, scoprire la ricchezza di un pensiero sospeso capace di accogliere ogni svolta della vita che il Signore mette innanzi. La prospettiva del Signore è diversa da quella offerta dalla tradizione, a Gesù sembra mancare qualcosa alla sua umanità: il peccato. L’andare al Giordano ha il segno della inquietudine per l’umanità cosciente della propria insufficienza che cerca il riscatto, la misericordia di Dio.


conviene che adempiamo ogni giustizia

La parola giustizia non ha niente a che fare con la giustizia degli uomini, quella che si esprime con le leggi, che è amministrata nei tribunali, mantenuta dalle forze dell’ordine.La dobbiamo intendere piuttosto con fedeltà, Dio è giusto perché è fedele a se stesso (2Tm 2,13) mantiene l'alleanza e la bontà per mille generazioni con coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti (Dt 7,9). Anche gli uomini sono chiamati alla fedeltà alla Alleanza: “La giustizia consisterà per noi nel mettere in pratica tutti questi comandi davanti al Signore, nostro Dio, come ci ha ordinato” (Dt 6,25), con una obbedienza alla Legge e ai Profeti che superi la giustizia dei farisei (Mt 5,20).
Per Gesù, che coinvolge anche il Battista, il battesimo al Giordano è conseguenza della sua ubbidienza al progetto di salvezza concertato col Padre; il suo zelo vola oltre il pensiero umano su Dio, gli stereotipi religiosi, le convinzioni  dei pii osservanti.
Entrando nell’acqua Gesù entra nella vicenda umana carica di peccato, sembra quasi che si faccia carico di quei peccati che gli uomini lasciano nel fiume.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio (2Cor 5,21).


Gesù uscì dall’acqua

Le tribù d’Israele uscirono dal Mar Rosso per iniziare il cammino di libertà nell’Esodo, il popolo di Dio uscì dal Giordano per entrare nella terra compimento della promessa, anche Gesù uscì dall’acqua ma per una dimensione nuova dove i cieli sono aperti, lo Spirito aleggia in una creazione nuova e il Padre fa udire la sua voce al Figlio suo, l’amato. Matteo racconta l’uscita dall’acqua non come un fatto pubblico, piuttosto come una esperienza interiore di Gesù (… per lui … lui vide … sopra di lui…),ma Gesù ormai si è fatto carico di tutta l’umanità, si è accollato il suo peso, per questo ha il compiacimento del Padre.
Ecco, per l’umanità caricata sulle spalle di Gesù i cieli si aprono, lo Spirito di Dio aleggia come colomba e una voce dal cielo dice «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». In Cristo l’umanità è trasformata in una creatura nuova.
I cieli aperti e l’aleggiare dello Spirito sopra di noi ci interpellano nelle nostre prospettive di uomini liberati da Cristo. Ai Gesuiti il Papa ha chiesto “abbiamo anche noi grandi visioni e slancio? Siamo anche noi audaci? Il nostro sogno vola alto? Lo zelo ci divora (cfr Sal 69,10)?” (3.1.14)